Ciao Ophelia,
a volte provo del rammarico per quello che avrei voluto che fosse e che effettivamente credo
sarebbe potuto accadere. Poi mi chiedo: ma in realtà, chi sei? Tu non sei quella persona
che io cercavo. Hai sempre cercato di distinguerti dal popolo, e fino a quando ti sei iscritta
all'università ci sei riuscita. Ma era soltanto la tua intelligenza che ti portava su un altro
piano. C'era chi sapeva riconoscere ed apprezzare l'intelligenza e chi invece la credeva boria.
Proprio tu mi scrivesti "Continuo inseguire chimere per poi imbattermi sempre in
ciò che è terra e fuoco". Proprio tu mi cercasti, l'unica volta in cui
non dovevi servirti di me, per recarmi quel messaggio. E oggi mi rendo conto che per sette
anni la chimera l'ho inseguita io, non tu.
Non c'è più, e forse non c'è mai stata, la persona a cui volevo bene.
E se c'era, lo sai perché ora è scomparsa? Perché ha preso la sua
intelligenza, che la rendeva così peculiare, e l'ha buttata e calpestata per poter
dire "io sono diversa dalla massa". Di certo, oggi, secondo te essere diversi
significa avere gli anfibi, le borse e i marsupi peruviani, fumare erba prima di un evento
culturale perché "acuisce i sensi". Magari se ti incontrassi di nuovo avresti
pure qualche simpatico buco in qualche posto non canonico con dentro qualche
gradevole pezzo di ferro...
Ma tu sei un'artista, mica aria fritta. E da brava artista ti sei omologata
a quello che si ritiene diverso. Non ti accorgi che gli artisti come te sono tutti
uguali? Li vedi per strada e dici: "eccolo, un artista !" Gli chiedi allora: cosa
fai nella vita? "Beh, diciamo che studio lettere indirizzo teatro e spettacolo, e poi lavoro
con compagnie teatrali di avanguardia... scrivo sceneggiature..." Ci manca che dica che
conosce gente, vede, fa cose... Mia cara, Nanni Moretti vi aveva già inquadrati
una quindicina di anni fa! Io vi guardo schifato. Non sapete far altro che dire "metto
in scena Ionesco, Beckett: teatro serio." Eh si, sono proprio autori alternativi.
Che dire, Ophelia, ci sei dentro anche tu. La cosa che però mi è
dispiaciuta di più è che tu sia scomparsa. Poi quando sono riuscito a ritrovarti
ci sei pure rimasta male. Da allora hai buttato il mio numero di telefono, pensa quanto te
ne possa fregare. Tuttavia se ti incontrassi per caso di certo mi inviteresti a qualche
bellissimo spettacolo di cui tu sei regista e interprete.
La conclusione è questa: mi hai usato per sette anni, da quando lavoravamo assieme
alle lezioni di canto e solfeggio, ai nastri degli uccellini, agli effetti sonori per i
bambini bielorussi (Ionesco in quel caso, vero?).
E io mi sono fatto usare. Quando poi ho cercato di riprendermi la mia vita mi hai
invitato al tuo compleanno, mi passavi a trovare al lavoro, sei addirittura passata a
cercarmi a casa senza preavviso, prima della mia partenza, come ti ho già detto
prima. L'unica volta nella tua vita.
Cara Ophelia, spero che tu prima o poi possa leggere questa lettera, ma non sentirti
offesa. Voltati e rivaluta la tua vita dal 1988 in su. Vedrai che come spesso accade
ho ragione, e che non siamo noi ad essere tutti uguali e a pensarla allo stesso modo.
Siete voi che vi definite artisti ad essere un mare magnum dal quale
pochissimi emergono e si distinguono, spesso nemmeno per proprio merito.
Ciao Ophelia, riguardati e sappi che ti ho voluto davvero bene nonostante tutto,
anzi, mi avevi pure avvertito...
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